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Per circa tre chilometri la strada è asfaltata poi comincia lo sterrato e ci vuole un'ora per riuscire a percorrere i 15 chilometri fino al microscopico villaggio di Ashsha. "Un villaggio fantasma" sentenzia Roberto in uno dei rari momenti di lucidità tra un pisolo e l'altro.

"Là c'è gente, guarda! Sembrano addirittura negozi!" Rossana è sempre ben sveglia. Niente sfugge alla sua Nikon compatta super automatica.

"Se vuoi fare un po' di shopping noi ti aspettiamo qui."

Ai lati della pista sono allineati una serie di negozietti. Non si capisce cosa vendano, per fortuna l'acqua l'abbiamo già presa. Le due jeep non rallentano, anche perchè più lente di così sarebbero ferme, e ai pochi curiosi raggruppati all'ombra delle tettoie di frasche, lasciamo solo il ricordo di una nuvola di polvere. La pista si fa più stretta, in parte sassosa e con lunghi tratti sabbiosi. Nella stagione delle piogge deve essere difficile da percorrere specialmente dove sfrutta il letto asciutto del wadi Al-Waar. Tenendo una media oraria attorno ai 20 chilometri, tra saliscendi e avvallamenti, tra bassi cespugli e alberi di banane verdeggianti, proseguiamo sballottati per una mezz'oretta prima di scorgere in lontananza le prime montagne di un certo interesse. Sui crinali si intravedono i profili di antiche costruzioni, qualche volta pochi resti semi distrutti, altre volte bellissime rocche circondate da mura merlate. Superiamo un altro minuscolo villaggio semi nascosto dalla polvere delle jeep, anch'esso sembra deserto e invece, non solo è abitato ma, ogni domenica, il suo mercato è il punto d'incontro delle popolazioni dei dintorni tanto da risultare addirittura affollato. Più che villaggi veri e propri, nella zona ci sono insediamenti abitativi molto piccoli, distribuiti su di un territorio vasto quanto inospitale. Essendo i nuclei abitativi molto lontani tra loro i rapporti sociali e interpersonali sono ridotti al minimo. Per organizzare una briscola ci vuole una settimana, e allora il mercato settimanale diventa occasione d'incontro, di commercio, di divertimento e, tra le povere mercanzie offerte sulle bancarelle di legno, con un po' di sfortuna si può anche trovare una moglie.

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