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MONDO 6/2/2006



Proseguono le proteste e le violenze in varie parti del mondo collegate alla pubblicazione in Danimarca e altre nazioni di vignette sul profeta Mohammed (Maometto). Oggi in Iraq, ai musulmani che cadenza quotidiana continuano a organizzare manifestazioni, si è unita la minoranza cristiana: “Non si può rimanere inerti mentre i nostri fratelli islamici vedono la loro immagine infangata” hanno detto in un comunicato congiunto alcuni gruppi di pacifisti cristiani. Musulmani e cristiani uniti anche in Libano: gli aderenti al movimento antisiriano ‘Forze del 14 marzo’ hanno testimoniato con una marcia l’unità delle due religioni contro le violenze degli integralisti che ieri avevano provocato disordini nel quartiere cristiano di Ashrafieh, a cui sono seguiti numerosi arresti. Più violente le reazioni in Afghanistan, dove almeno quattro persone sono morte in scontri tra dimostranti e polizia avvenuti presso la base militare statunitense di Bagram, 60 chilometri a nord della capitale Kabul. In Iran circa 400 manifestanti hanno fatto irruzione nel recinto dell’ambasciata danese a Teheran e la polizia li ha allontanati usando gas lacrimogeni, mentre alcune ore prima, sempre nella capitale, 200 studenti avevano lanciato sassi contro l’ambasciata austriaca. Il governo dell’Iran ha annunciato la sospensione di tutti gli scambi commerciali con la Danimarca per protesta contro la pubblicazione delle vignette sul profeta. A Gaza, in Palestina, un centinaio di giovani, per lo più studenti liceali, ha manifestato questa mattina davanti alla sede dell’Unione europea. Dura ma non violenta la reazione del Pakistan: “Noi non possiamo accettare questi comportamenti, li dobbiamo condannare” ha detto a proposito delle vignette blasfeme il primo ministro pakistano, Shaukat Aziz. Reazioni moderate arrivano dalla Giordania: “Occorre ridimensionare la protesta, non alimentarla” ha affermato il portavoce del governo Nasser Judeh all’indomani delle violente reazioni scoppiate in Siria, Libano e in misura minore in altri paesi mediorientali. Pacato anche il comportamento del Marocco: l’‘Alto Consiglio degli Ulema’ (dottori della legge) ha diffuso un comunicato nel quale ringrazia il Vaticano per la posizione assunta, sottolineando che le dichiarazioni del portavoce della Santa Sede significano che “il diritto alla libertà di espressione non include il diritto a ferire i sentimenti religiosi dei credenti, qualsiasi sia la loro religione”. Dal Mozambico, paese a stragrande maggioranza islamico, fonti della MISNA sottolineano che non ci sono stati scontri o manifestazioni di alcun tipo, ma il responsabile del Consiglio islamico, Sheik Amenudin, ha detto che comprende gli atti di violenza accaduti nel mondo perché Mohammed è sacro e non è giusto insultarlo. Ha poi preannunciato una manifestazione pacifica nel paese ma ha aggiunto che lui perdonerebbe gli autori delle vignette, proprio come ha insegnato il profeta. Infine l’Unione europea ha condannato con fermezza le violenze, ma ha anche rivolto un invito riprendere il dialogo tra le religioni.

[LM]

Fonte Misna

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